Confronto tra PMP del PMI e PRINCE2

 

PMP del PMI e PRINCE2

 

Sul web si trovano frequentemente dei confronti tra il PMP del PMI, od altri “metodi”, e Prince2, però … si tratta solitamente di confronti eseguiti, direttamente od indirettamente, da chi “propone” un prodotto, talvolta il PMP (Project Management Professional) del Project Management Institute che pubblica il PMBOK – Project Management Body Of Knowledge. A scanso di equivoci,  precisiamo che il PMI non c´entra con questi confronti.

Di solito, sulla base di “ragionamenti” di parte, questi “metodi” danno l´impressione al lettore di essere superiori a Prince2.

Perché accade questo?

Vi diremo, di solito questi confronti saltano fuori a seguito di ricerche internet su Prince2. In poche parole, a nostro avviso si potrebbe trattare di tentativi di dirottare verso altre destinazioni chi è interessato a Prince2. Una persona fa una ricerca su Prince2 ed arriva su questi siti dove si “ha l´impressione” che altri “metodi” (talvolta proposti sul sito stesso) siano “superiori” a Prince2.

A dire la verità, la maggioranza dei providers di project management (PMP od altri) si limita a fare marketing dei propri prodotti; però, alcuni ricorrono a questi “confronti”.

 

Quando abbiamo deciso di scegliere la certificazione i finalisti erano il PMP del PMI , e Prince2.

Cosa ci ha spinto a scrivere questa discussione?

Risposta: un documento del Project Management Institute del Nord Italia.

Un commento basato su dati reali, stilati dal PMI che “possiede” il PMP, è un commento più che onesto. Qui non si tratta più di “sedicenti” confronti; qui si tratta di dati reali, per di più non provenienti da concorrenti del PMP.

Ci siamo quindi sentiti di commentare questi dati del Project Management Institute, aggiungere alcune nostre valutazioni sul PMP, fare delle considerazioni e trarre delle conclusioni.

Finora, ci siamo sempre astenuti da un confronto tra PMP e Prince2, però in presenza di questi dati ufficiali del PMI e riferiti al Nord-Italia, riteniamo di potere fare alcune considerazioni.

Diciamo subito che, nonostante le conclusioni, rispettiamo comunque la certificazione PMP perché è una certificazione seria.

 

 

IL SONDAGGIO DEL PROJECT MANAGEMENT INSTITUTE – NORTHERN ITALY CHAPTER

 

Sul web si trova un interessante documento del PMI (Project Management Institute), o meglio del PMI-NIC (Project Management Institute – Northern Italy Chapter).

Al documento si arriva dalla homepage del PMI-NIC (www.pmi-nic.org, visitato il 18 luglio 2009) dove, subito dopo il link ‘Ricerca a proposito di crisi …’, segue “Buona lettura. Il Comitato Direttivo del PMI-NIC”.

Il titolo all´inizio del documento vero e proprio: “ANALISI SONDAGGIO “GLI EFFETTI DELLA CRISI SULLA PROFESSIONE DEI PM ITALIANI”.

Il documento comincia con: “Il Northern Italy Chapter (NIC) del PMI® nel corso del mese di Aprile 2009 ha condotto un sondaggio all’interno della propria comunità,…”

 

Citiamo quanto scritto nel documento: “… al sondaggio hanno risposto 175 PM, il 50% dei quali con più di 10 anni di esperienza lavorativa, con una prevalenza delle risposte provenienti dalla Lombardia (61%) …”.

Sembrerebbe quindi trattarsi di un buon campione (pare che il PMI nord Italia conti 1002 associati al “07/2009” e ne contasse 850 al “2008” – http://www.pmi-nic.org/associazione.asp, visitata il 20 luglio 2009), tanto più che il 50% ha “più di 10 anni di esperienza lavorativa”.

La Lombardia è la regione di Milano, da sempre considerata la capitale economica d´Italia. Anche se nel documento del Project Management Institute del Nord Italia non è indicato quante risposte provengano da Milano, si può presumere che siano parecchie. Inoltre, Milano è vicina a Lugano ed al Ticino.

Sembrerebbe che possano essere iscritte al Project Management Institute anche persone che non sono PMP (e forse neanche project manager?); infatti secondo un documento “Google docs” (scaricabile da http://docs.google.com/gview?a=v&q=cache:nYLvn7D9fTMJ:www.pmihouston.org/download.php%3Fsid%3D111+pmi+statistics+members&hl=it&gl=it – visitato il 19 luglio 2009, col logo del PMI, dal titolo “PMI Statistics by Chapter – Ranking (05-2006)” e che , giudicando dal link, sembrerebbe originariamente provenire dal sito del chapter di Houston), si rileva per il “Northern Italy Chapter ” (alla data presumibile del maggio 2006) una percentuale di “PMP as % Members”, pari solamente al 51,1%.

 

Proseguiamo nella citazione del documento del PMI-Nord Italia: “Come si può vedere dalla Fig. 1, i PM che hanno risposto al sondaggio provengono prevalentemente da Multinazionali estere […], con progetti principalmente in Italia [grassetto in originale]”.

Dalla figura 1, risulta che, come “Distribuzione per tipologia d´azienda”, si abbia: “multinazionale estera” 50%, “multinazionale italiana” 14%, “nazionale italiana” 36%.

Sembra quindi evidente che, pur essendo dati prettamente italiani, la “componente multinazionale” ammonti al 64%.

 

Ancora dal documento: “Infatti, come si può vedere da Fig. 2, più delle metà dei PM sostiene che la crisi ha avuto effetto negativo sulla propria vita professionale ma che la certificazione PMP® non sia stata d’aiuto in questo momento di crisi [grassetto in originale, rosso nostro] …”

E ancora: “… In quest’ultimo caso le motivazioni sono principalmente legate al fatto che nella propria Azienda e/o nel mercato del lavoro Italiano in generale, la Certificazione professionale del PM non è ancora presa seriamente considerazione per supportare decisioni come assunzioni o riduzione di personale qualificato….” 

Non sembra che vengano resi noti i dati che hanno portato a quest´ultima frase, però che il PMI del nord Italia scriva che “…la Certificazione professionale del PM non è ancora presa seriamente considerazione…” dopo avere eseguito un sondaggio all´interno dei propri iscritti, ha un impatto enorme sulla nostra valutazione del PMP.

D´altro canto, ci sembra di scorgere una “generalizzazione” nella frase appena citata: nella parte in grassetto si parla, giustamente, di “certificazione PMP®”; ricordiamo che non esiste solamente il PMP, e che non esiste solamente il PMI.

Per quanto riguarda la prima citazione, sembra un giudizio insolitamente negativo da parte di chi ha dedicato effort per ottenere una certificazione; di solito, certificazioni, corsi, ecc. vengono comunque giudicati positivamente in praticamente ogni circostanza.

 

La fig. 2 –  “Impatti della Crisi sulla vita Professionale dei PM e delle Organizzazioni.” comprende le risposte a tre domande in tre grafici (ne citiamo solo due):

  1. Se sei certificato PMP, ritieni che la certificazione ti sia stata d’aiuto in questo momento di crisi?” Risposta: “Si”, 38%; “No”, 62%
  2. L’attuale crisi economica ha avuto un effetto  sulla tua vita professionale?” Risposta: “Si, positivamente”, 5%; “Si, negativamente”, 55%; “No”, 40%

La situazione è chiara: secondo il 62% di chi è PMP (ed iscritto al Project Management Institute del nord Italia), la certificazione PMP non è stata d´aiuto in questo momento di crisi, ovvero in un momento “verità”.

Ma anche la risposta alla domanda 2 è importante: solamente il 55% giudica che la crisi abbia avuto un effetto negativo sulla propria vita professionale.

In poche parole, sembrerebbe che chi è certificato PMP (la discriminante nella domanda sembrerebbe applicarsi solamente alla domanda 1) ritenga al 62% che la certificazione PMP non sia stata d´aiuto in questo momento di crisi, mentre tra quelli che hanno risposto al sondaggio (domanda 2) il 55% si ritenga colpito negativamente dalla crisi. Interessante.

In ogni caso, che il 62% dei PMP risponda che la certificazione non è stata d´aiuto fa pensare.

 

 

E PRINCE2?

 

A nostra conoscenza, non sono disponibili sondaggi, tanto più che Prince2, al contrario del PMP del PMI, è praticamente sconosciuto sia in Italia che in Ticino.

Possiamo dire che, sulla base della nostra esperienza professionale, la certificazione Prince2 Practitioner non solo è stata d´aiuto in questo momento di crisi, ma ha dato enormi vantaggi.

Ovviamente, questo è un giudizio soggettivo e di parte, ma anche a noi piace valutare la bontà delle nostre scelte alla luce dell´esperienza.

Prendendo in considerazione il sondaggio del Project Management Institute, siamo confermati nella nostra scelta di Prince2 invece del PMP del PMI.

È un giudizio equo? A voi la risposta.

 

 

ANCORA SUL PMP E PRINCE2 – ASPETTI POCO NOTI

 

C´è un particolare sul PMP sconosciuto praticamente a tutti, e cioè che il “Project Management Institute Code of Ethics and Professional Conduct(scaricabile da http://www.pmi.org/AboutUs/Pages/EthicsResources.aspx, visitato il 18 luglio 2009, cliccando sul linkCode of Ethics and Professional Conduct”; secondo il documento stesso, al punto A.1, “… In 2005, the Board also commissioned the Ethics Standards Development Committee to carry out the Board-approved process and deliver the revised code by the end of 2006. This Code of Ethics and Professional Development was approved by the PMI Board of Directors in October 2006”.)  sembrerebbe applicarsi anche (punto 1.2.2.1) a “… Non-Members who hold a PMI certification”, non membri in possesso di una certificazione PMI.

Citiamo queste parole che si trovano nel “Comment” che segue poche righe dopo: “…Therefore, this Code is applicable to both PMI members and individuals who have applied for or received a credential from PMI, regardless of their membership in PMI”. 

In poche parole, sembrerebbe che chiunque sia certificato PMP, che sia o no membro del PMI, ricada sotto la “giurisdizione” etica del Project Management Institute che, lo ricordiamo, è un´associazione.

Al punto 1.5 è tra l´altro scritto che: “…The mandatory standards establish firm requirements, and in some cases, limit or prohibit practitioner behavior. Practitioners who do not conduct themselves in accordance with these standards will be subject to disciplinary procedures before PMI’s Ethics Review Committee”.

Sembrerebbe quindi che chiunque sia certificato PMP possa trovarsi a subire “procedure disciplinari” da parte del Project Management Institute, che, come ricordato sulla homepage del PMI stesso (www.pmi.org), “PMI is the leading global association for the project management profession” . Association, associazione.

Sul sito del PMI del Nord Italia (http://www.pmi-nic.org/associazione.asp, visitato il 18 luglio 2009) è scritto: Il Project Management Institute, Northern Italy Chapter (normalmente detto il ‘Chapter’) è una sezione locale del Project Management Institute Incorporated (il ‘PMI’) ed è separatamente registrata come associazione senza fini di lucro [grassetto in originale] secondo le leggi Italiane.”

Supponiamo che gli organi del Project Management Institute siano eletti, come solitamente nelle associazioni, dai soci stessi.

Sembrerebbe che un project manager certificato PMP (od in possesso di altra certificazione del PMI) possa trovarsi a subire “procedure disciplinari” da parte di quelli che alla fin fine sono dei colleghi, a meno che anche chi non è certificato ma è membro del Project Management Institute possa assumere certe cariche od incarichi nell´associazione.

 

 

E Prince2?

In parole semplici, Prince2 è “proprietà” del governo britannico (OGC, Office of Government Commerce) ma è di libero uso. Più precisamente, “PRINCE2® is a Registered Trade Mark of the Office of Government Commerce in the United Kingdom and other countries” (http://www.ogc.gov.uk/intellectual_property_annex_1.asp, visitato il 18 luglio 2009), e “PRINCE2 is owned and developed by OGC …” (“Managing Successful Projects with PRINCE2”, 2005 edition, OGC, pubblicato dal TSO – The Stationery Office).

Nel sito dell´OGC (http://www.ogc.gov.uk/about_ogc_who_we_are.asp, visitato il 18 luglio 2009) è scritto: The Office of Government Commerce (OGC) is an independent office of HM Treasury, established to help Government deliver best value from its spending. The OGC works with central Government departments and other public sector organisations …”

In conclusione, sembrerebbe che nessuna associazione (di cui magari nemmeno fate parte) verrà mai a disturbarvi perché possedete una certificazione Prince2. Dietro Prince2 c´è un´organizzazione statale, con tutte le garanzie del caso.

Ogni decisione concernente il marchio eccetera, sembrerebbe di competenza governativa (non del giudizio di privati), in un paese dove la legge  funziona molto bene.

Pensiamo di potere dire che nessuno vi disturberà con il codice etico di un´associazione di cui magari nemmeno fate parte.

 

 

Le considerazioni precedenti non si trovano da nessuna parte, od almeno noi non ne siamo a conoscenza. Per noi sono però state importanti: oltre alla (a nostro giudizio) superiorità tecnica di Prince2 sul PMP, anche queste considerazioni hanno pesato non poco.

 

 

CONCLUSIONI

 

Gli elementi, a nostro avviso, portano in un´unica direzione: noi preferiremmo (come abbiamo già preferito anni fa) Prince2 al PMP del PMI.

 

Oltre a quanto già scritto, c´è da dire che Prince2 è nato come una necessità: migliorare il tasso di successo dei progetti. Questo gli ha dato degli enormi vantaggi.

Inoltre Prince2 è pratico e comprende un manuale pratico scritto in base all´esperienza; in poche parole, quello che serve per dirigere con successo un progetto. Questo è stato un altro dei motivi per cui, a suo tempo, abbiamo preferito Prince2 al PMP.

Del PMBOK possiamo dire che “non ci piace” la versione elettronica, perché non riusciamo a fare girare correttamente il cd con un programma lettore di formati pdf che non è l´Acrobat Reader – ci rifiutiamo di installare l´Acrobat Reader (a suo tempo rimosso) perché il cd del PMBOK non gira correttamente senza di esso; sarà un problema che capita solo a noi (non lo sappiamo), ma non ci piace. A parte questo: a nostro avviso, il PMBOK risente di una concezione iniziale superata; ma questa è la nostra opinione, ovviamente.

 

Prince2 ha tante caratteristiche innovative, ma ricordiamo qui che tutto parte dal prodotto, tanto che la PBS – Product Breakdown Structure è un elemento fondamentale; invece, il PMP ha la WBS – Work Breakdown Structure (http://it.wikipedia.org/wiki/Work_Breakdown_Structure). In poche parole, Prince2 incorona il prodotto, il PMP …

Per noi, i prodotti sono profitto, le attività costi da ridurre al minimo. Ma questa è la nostra filosofia personale.

Ciononostante, va ricordato che il PMP ricade indubbiamente tra le certificazioni serie, anche se è una certificazione data da un´associazione, con le implicazioni del caso.


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